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Sarti, Giuseppe.

Compositore italiano. Studiò composizione con padre Martini e dal 1748 al 1751 fu organista nel duomo di Faenza. Nel 1753 si trasferì in Danimarca, attivo dapprima come maestro di cappella di Federico V e direttore dell'opera italiana, ed in seguito come direttore della musica di corte. Dal 1765 al 1768 soggiornò a Roma, reclutando numerosi cantanti; dal 1770 al 1775 fu nuovamente a Copenaghen, dal 1775 al 1778 diresse il conservatorio dell'Ospedaletto a Venezia e dal 1779 al 1784 fu maestro di cappella nel duomo di Milano, per trasferirsi in seguito a Pietroburgo dove, su invito di Caterina II, prese il posto di Paisiello. In Russia S. rimase sino al 1803, quando decise di tornare in Italia: morì durante il viaggio, a Berlino. Per il teatro compose una sessantina di opere, esordendo nella città natale con Pompeo in Armenia nel 1752; i suoi lavori più apprezzati furono Giulio Sabino (1781, su libretto di P. Giovannini); Fra i due litiganti il terzo gode (1782, libretto di Goldoni); Armida e Rinaldo, che nel 1786 inaugurò a Pietroburgo il teatro dell'Hermitage. In collaborazione con 18 compositori, tra i quali Paisiello e Jommelli, scrisse il pasticcio Vasco de Gama, andato in scena a Berlino nel 1792. Alla sua produzione appartengono inoltre alcune sinfonie, due oratori russi e numerose composizioni di musica sacra, tra cui una Messa a otto voci. Lasciò un Trattato del basso numerato. Gli si deve la costruzione di un frequenziometro per controllare la frequenza del La, portandola a 436 Hz al secondo. Ottimo didatta, annoverò tra gli allievi il Cherubini. S. fu assai apprezzato da Mozart, che aveva incontrato a Vienna, quando entrambi erano ospiti di Giuseppe II (ma il compositore non capì la grandezza del salisburghese, criticando aspramente i quartetti K. 421 e K. 465). Soprannominato dai contemporanei il “Tibullo della musica” per sottolineare il carattere elegiaco di molte sue composizioni, S. fu essenzialmente autore teatrale, fedele agli schemi e ai modi espressivi dell'opera napoletana, che seppe mirabilmente adattare al gusto del pubblico danese e russo (Faenza, Ravenna 1729 - Berlino 1802).